"Ci volete costringere a subire minacciando di ucciderci, quando non é più possibile sopportare di continuare a vivere in questo modo!"
Vincenzo Giambanco

domenica 19 gennaio 2014

In una delle volte che mio padre sottrasse vittime di torture con le radio-trasmittenti alla sacra corona, egli mi disse: "Per effettuare questo tipo di truffe, ci sta almeno uno della famiglia, corrotto". Nel caso di questa vittima, oltre all'attuazione di torture, vi era una truffa in atto nei riguardi della stessa donna, e cioè, dei soldi o altro/i beni che non le arrivavano. Questo fatto avvenne negli anni 80, e la donna era la segretaria dell'avvocato Sestini, che ha lo studio a Roma. Infine risultò che l'avvocato era implicato, ed un familiare della stessa, faceva da gancio. Nello stesso studio, oltre all'avvocato Sestini, operava anche un altro avvocato, il quale, invece, collaborò con mio padre. Se ricordo bene, questo fatto avvenne poco tempo dopo l'uccisione del Giudice Chinnici, quando ancora mio padre si riferiva al Giudice Falcone; i responsabili dei crimini contro questa donna furono smascherati, (anche i torturatori), e ancora, se ricordo bene, i mandati di arresto furono firmati dallo stesso Giudice Falcone. Per quanto riguarda i torturatori e altre mansioni inerenti, ricordo il cognome Alzetta, ed un certo "Franco di Benevento" che nella sacra corona chiamano "l'eroe Tzigano". Devo fare una precisazione: è possibile che uno dei due elementi che ho appena menzionato, fu arrestato per fatti di mamma rosa in un'altra occasione. Alzetta è quello che, non molto tempo fa, si è visto ripetutamente in televisione, perchè si era candidato a favore di qualche causa cittadina, e mi pare che non sia stato eletto; inoltre, nelle interviste che gli hanno fatto, dichiarava ripetutamente che lui aveva solo subito un arresto, anni fa, avendo partecipato ad una manifestazione... (ci fanno camminare i treni, con le fesserie che dicono...!)
Riferendomi nuovamente al caso che mi riguarda, come da prassi, ho avuto qualche familiare corrotto, ed è colluso con l'organizzazione, anche il mio compagno, Luca Pieloni. Non manca nulla: gancio e "controllo"!
Purtroppo, quando cinque anni fa, iniziò la relazione con Luca Pieloni, la mia memoria non era quella di oggi. Fui subito sincera con lui, per rispetto della sua persona e della sua libertà, circa il problema che avevo, esponendogli le torture con radio-trasmittenti che subisco, e parve essere comprensivo, ma da subito iniziò ad essere aggressivo con me, a darmi della inferma di mente in tutti i modi possibili: "schizofrenica uditiva, vedi che nessuno ti si fila", riferito a sorelle, giudici e forze dell'ordine, "perchè sei una scema"... "potresti prendere la pensione, se ti lasci curare, ma lo devi capire, lo devi capire solo tu!" Con modi violenti fino a picchiarmi. La soluzione per non sopportare attacchi del genere da lui, era, ed è il silenzio, cioè: mamma rosa-la sacra corona, non si nomina. Ovviamente non mi ha mai assecondato nella mia intenzione di difendermi e di procedere per vie legali. Poi Luca mi raccontò che in passato, era stato il convivente di una certa Vera Girone, ed io quel nome lo avevo ricordato! Vera Girone è un accertato elemento della sacra corona (è di Bari, ma vive a Roma), emerso già dall'azione legale degli anni 70, all'epoca giovane e fidanzata con certo Carletti.
E glielo esposi; ma figuriamoci... "Tu non sai di quale bontà è questa persona"; e per quieto vivere, tacevo; mi dicevo che a questo mondo, esistono anche le combinazioni. Intanto, Luca e Vera Girone si sentivano per telefono (almeno), tutti i giorni, finchè cominciai a domandarmi, se fosse proprio necessario, ed infine, gli chiesi di evitare queste telefonate quotidiane con la sua ex. Due giorni dopo, trovai sul mio cellulare, una telefonata registrata, non da me, tra un uomo ed una donna, in cui la voce maschile era praticamente irriconoscibile (ovviamente, ad una perizia legale, lo sarebbe), ed una chiara voce femminile che affermava: "Hai capito?! Allora io ti chiamo, ti chiamo tutti i giorni!", ma dopo averla fatta ascoltare a Luca, lui non sapeva nè chi fossero questi due, nè come si fosse registrata sul mio telefonino. Passò tempo, ed un giorno, trovandomi tra le mani il telefono di Luca, mi accorsi che nella rubrica del telefono compariva, in corrispondenza di un numero telefonico, la voce "Papoflo": Papoflo e Papofko, nel linguaggio della sacra corona, sinificano: Maman; cominciai pertanto a domandarmi se poteva trattarsi ancora di combinazioni, e, alla successiva querela che presentai alla Procura di Roma, dichiarai tutto, fornendo anche il numero telefonico corrispondente a questo/a Papoflo, chiedendo vivamente di fare i dovuti controlli, ma come ho già dichiarato all'inizio di questo blog, anche questa querela fu archiviata.
Nell'agosto 2013 iniziai a ricordare i precedenti delle mie sorelle, e che mio padre dovette arrivare a denunciarle; e da lì, si riagganciò il ricordo che Luca aveva proprio operato, a danno di almeno una donna, insieme a mia sorella Alessandra; che aveva il ruolo di: "uomo delle maman"; che già anni prima era stato il servo fedele di Vera Girone; che mia sorella Alessandra gli aveva assegnato una libreria, se non addirittura una casa editrice che dovrebbe chiamarsi "Arion" (o un nome sul genere), che ha come simbolo, la testa di un cavallo bianco con la criniera al vento; che mentre la malcapitata veniva torturata, lui chattava con un'altra, appositamente (negli anni 80, non si chiamava internet, aveva un altro nome; inoltre, tenete presente che Amazon è di mia sorella Alessandra, e ricordo che lei operava su Safari); che già anni prima avevano tentato di arrestarlo per questi adescamenti riferiti a mamma rosa, ma era riuscito a scappare e si era rifugiato in un convento, così come tentò nuovamente di fuggire, ma stavolta riuscirono ad arrestarlo; credo che lo condussero al carcere di Regina Coeli, a Roma.
Qual'è il ruolo di questo "adescatore", in mamma rosa? Quello di aumentare, intanto, la "furia emozionale" nella donna, durante il tempo della tortura, sfruttando la dipendenza della vittima nei suoi riguardi, dovuta all'affetto e, dove vi è presente, anche al disagio economico della stessa; faccio un esempio: la vittima sotto tortura con radio-trasmittenti, cerca con tutta se stessa, di controllare l'istigazione effettuata con tutte le tatttiche possibili (ve le spiegherò più avanti queste tattiche, conosciute perfettamente anche dalla psichiatria, ed anche di questa conoscenza ve ne darò spiegazione), ad una picchiata emozionale nei due sensi, in su (rabbia), ed in giù (sfinimento, distruzione psichica, suicidio); ad un certo punto, lui può domandare: "Che cosa hai?" E la vittima: "Sono sotto tortura"; ed a quel punto, lui inizia a sputarle contro, tutto quello che ho descritto sopra, che può durare anche ore. Istintivamente, la vittima può reagire con: "Ma tu non mi aiuti...", "Perchè mi sei contro?!...", "Perchè non mi credi?!..." Ma la prima cosa che sta facendo la vittima, è quella di distrarsi, e di farsi assorbire nel picco distruttivo, che risulta ancora più efficace per l'azione estremamente dolorosa (e distraente), della persona più amata in questo mondo dalla vittima, ossia il suo compagno.
Un altro ruolo dell'adescatore, scaturisce da un comportamento di base degli affiliati. Nell'organizzazione, i ragazzetti, sin da giovanissimi, vengono abituati alle pratiche sessuali, mentre una terza persona viene torturata. Occorre mettere in atto un: "Lei, lui, e l'altra"; lei è la vittima; lui, l'adescatore, e l'altra è la benvoluta, per la quale nutre atteggiamenti di devozione, sfocianti anche nel sesso. Il tutto ha la finalità di mantenere il comportamento pervertito di base dell'organizzazione: sesso e festini con vittima torturata. 
A Roma, sopra l'arco del ponte, che dal Lungotevere immette su Via di Porta Cavalleggeri, è stata posta la scritta: "Marta e Maria", le quali sono due personaggi del Vangelo, le due sorelle di Lazzaro: Marta era quella che era indaffarata nelle faccende, perchè Gesù era ospite in casa di Lazzaro, mentre Maria era seduta ai piedi di Gesù, ad ascoltare la sua parola.   E' chiaro in quale modo pervertito, viene usato dall'organizzazione, questo passo del Vangelo?!
Nel mio caso, un fine determinante dell'adescatore, è quello di convincermi a cedere: accettare di affidarmi alle cure degli psichiatri; ottenere la pensione per l'infermità mentale, e soprattutto: farmi da parte e fare silenzio! Qualche giorno fa, Luca me lo ha addirittura esplicitato: "Sono cinque anni che cerco di fartelo capire..." Non che alla sacra corona gliene freghi più di tanto, che io mi lasci "curare", che io sia sana o inferma di mente; il tutto è importante, tanto quanto gli lasci in mano le mie proprietà ed i miei soldi!
"La mafia non ha paura del carcere, perchè mettono in conto anche quello: ha paura di vedersi togliere le proprietà"  (questa frase mi sono permessa di prenderla in prestito da un sito dedicato al Giudice Chinnici).

Riprenderò appena possibile.

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