"Ci volete costringere a subire minacciando di ucciderci, quando non é più possibile sopportare di continuare a vivere in questo modo!"
Vincenzo Giambanco

venerdì 19 maggio 2017

Fu fatto in modo, con malvagità da parte di alcuni, di far uscire il Giudice Falcone dal maxiprocesso, lo accusarono che mi stesse difendendo perchè aveva interessi sentimentali nei miei riguardi: io ho parlato col Giudice Falcone una sola volta, telefonicamente, in casa, con mio padre affianco a me, il quale ci aveva prima parlato lui, e prima di passarmi la cornetta del telefono si raccomandò: "Ricordati che devi rivolgerti a lui, chiamandolo Signor Giudice!" Nella telefonata il Giudice Falcone mi diede dei consigli su come comportarmi nei confronti delle persone che stavano emergendo quali collusi dell'organizzazione di mamma rosa - la sacra corona, i quali mi costringevano a sottostare a forti sofferenze mentali, emozionali, affettive, mentre facevano festini, e potenziando la mia condizione di sofferenza con torture con le radio; alcuni di questi si spacciavano come miei amici, ed erano anche amici di famiglia; in questo modo si assicuravano di "farmi quadrato intorno", nella sacra corona si dice così; il Giudice Falcone mi consigliò di non entrare in discussione con loro e che le questioni le avrebbero affrontate in tribunale.
In seguito, il maxiprocesso fu assunto dal Giudice Borsellino che invece continuò a difendermi dal crimine dell'organizzazione di appropriarsi e spartirsi tutta la mia parte di eredità di Virginia de Sanctis e dalla pretesa di questi, di volermi torturare fino alla morte; mi fu riferito da mio padre che per tale ragione il Giudice Borsellino si rivolse agli interlocutori al processo con le parole: "Volete dire pure a me, che sono innamorato di Ornella?"
Ho già esposto che mio padre era aiuto nelle indagini sull'organizzazione mafiosa di mamma rosa-la sacra corona, e con la Procura di Palermo, già da quando c'era il Giudice Chinnici; come già scrissi, era consulente civile del Tribunale; tramite mio padre l'investigatore Malle fu voluto dal Giudice Falcone al suo servizio e fu successivamente in contatto con il Giudice Borsellino, col quale mio padre si incontrava quando il Giudice veniva a Roma. Mio padre fu ostacolato da alcuni soggetti che lo attaccarono ribattendogli che non aveva l'autorità per svolgere indagini, ed il Giudice Borsellino intervenne dicendo che lo aveva autorizzato lui, anche con lettera scritta.
Io incontrai personalmente e parlai con il Giudice Borsellino due volte: la prima volta al quartiere Torrino a Roma, all'entrata del parco in via Pechino, nelle immediate vicinanze del ponte del Grande Raccordo Anulare; c'erano delle persone con lui, degli agenti, di cui uno, poi, risultò colluso con l'organizzazione; io ero con mio padre. Il Giudice Borsellino mi diede delle indicazioni, tra cui, se mi fossi trovata intorno, nei miei spostamenti, soggetti dell'organizzazione, di guardarli bene in volto per riconoscerli, senza fare nessuna espressione. (Mio padre mi aveva fatto vedere pacchi di foto delle facce di questi soggetti con il compito di memorizzarli, inoltre mi portava sui luoghi dove questi si aggiravano, indicandomeli). In seguito riparlai con il Giudice Borsellino in Procura a Roma, ed in questo colloquio mi mostrò anche molte foto segnaletiche di questi.
Tra le moltepici cose smascherate col maxiprocesso emersero anche le seguenti:
furono eseguiti studi approfonditi da esperti, sui metodi di tortura con radio, frequenze, microonde che l'organizzazione di mamma rosa-la sacra corona usa contro le sue vittime; furono eseguiti rilevamenti nelle indagini, mentre la sacra corona usava frequenze, e fu accertato che nei siti dove ciò avveniva, il suolo reagiva come durante scosse sismiche; in particolare, a Roma, a mio ricordo, zone sensibili erano il Nomentano, il quartiere Torrino dove l'organizzazione torturava con le radio, le frequenze, le microonde senza ritegno, da far tremare atmosfera e suolo. Le stesse indagini furono condotte sulle specifiche zone dove vi è stato il terremoto ad agosto 2016 scorso: Amatrice, Camerino, Arquata, Pescara del Tronto, Accumoli...; anche qui il suolo e soprattutto queste cittadine risultarono a rischio di terremoto e dovevano fermarsi queste torture deleterie. Inoltre, anche qui vi sono molte proprietà dell'eredità di Virginia de Sanctis che si assegnavano tra tutti gli affiliati. Qui furono smascherati gruppi di tortura e salvate vittime; fu accertato che a causa di questi metodi di tortura, il cervello si spella come la carne in cottura; mi fu riferito che il Giudice Borsellino usò i termini: "Spellati vivi!..." A tutt'oggi è accaduto il seguente fatto: guardando il calendario, ho osservato che il giorno che c'è stato il terremoto in queste cittadine, il 24 agosto scorso, era San Bartolomeo, l'Apostolo di Gesù che subì il martirio di essere spellato vivo. Con ciò non posso dire che il terremoto in questi luoghi ci sia stato perchè, visto quello che stanno facendo a me, per logicità è lecito dedurre che anche lì stiano nuovamente torturando con le radio qualche vittima che hanno preso di mira: non sono un sismologo, ma quanto ho esposto sopra è avvenuto e questo ho dichiarato.
Fu smascherato che le due mie sorelle, Luciana ed Alessandra, non erano, non sono, affatto le mie sorelle, ma due mafiose infiltrate dalla sacra corona nella mia famiglia; ciò fu provato tramite esame del DNA, perciò non è vero, come si sente dichiarare, che negli anni 80 l'esame del DNA non esisteva ancora; pertanto, da alcuni miei post precedenti, avete potuto accertare, ed io stessa ho appurato personalmente, che mi era stato fatto dimenticare anche questo e, difatti, le avevo definite mie sorelle. La prima, Luciana, in realtà si chiama Teresa...(non mi sovviene il cognome), del parentato della mamma rosa fisica, originaria della zona di Pescara del Tronto; l'altra, Alessandra, si chiama Esemia, è nata in Indonesia, figlia possibilmente di un ovulo di mia madre e di uno di lì. Le fu assegnato il compito di arraffare tutto quello che poteva e di ricordarsi che io ero solo una sottospecie da abbattere. Fu smascherato che le mie vere sorelle, Luciana ed Alessandra, morirono piccoline, possibilmente uccise tutte e due. Mia sorella Luciana, la Principessa Luciana, morì intorno ai 2-4 anni circa, soffriva di acetone e vomitava sempre, fu ricoverata, ed al momento non ricordo precisamente se fu sostituita in questa occasione, ma ci sono gli atti del maxiprocesso per accertarlo. La bambina scelta per la sostituzione e che io credevo mia sorella, seguiva le istruzioni di mia madre ai miei danni; vi racconterò in un altro post quello che mi faceva. Quando io avevo circa 8 o 9 anni, anche questa bambina fu sostituita e fu mandata dall'organizzazione in America, in qualche famiglia, dove mi risulta che abbia intrapreso la carriera di attrice, e fu infiltrata in famiglia la Teresa suddetta. Oggi ricordo che seppure bambina, io mi ero accorta che questa Luciana aveva un viso diverso, e schietta com'ero, (altra ragione per cui non piacevo all'organizzazione, e pure questo fu oggetto discusso nel maxiprocesso), lo dichiaravo a voce alta in casa, e ripetevo: "Luciana ha cambiato faccia!" E ancora, ricordo che una volta vidi mia madre mostrare a questa "Luciana dalla faccia cambiata",  il suo armadio dove aveva tutti i libri ed i quaderni scolastici, cosa che avrebbe dovuto già conoscere. Nella mia mente di bambina, non pensavo: "Luciana è stata sostituita", ma solo non potevo fare a meno di osservare che aveva cambiato faccia, e allora lo riferii alla mia nonna materna che viveva con noi, mia nonna Annunziata Siviero, della quale vi ho già parlato. Mia nonna capì che questa ragazza non era mia sorella e sua nipote Luciana, ma una infiltrata dell'organizzazione (erano gli anni 70 e vi ho descritto come questa mia nonna si era adoperata contro questa organizzazione), e la affrontò davanti a me; immediatamente assistii ad una scena incredibile: questa "Luciana" che si era fino a quel momento espressa educatamente ed in italiano, esplose in una aggressione verbale contro mia nonna in un dialetto che non conoscevo, pertanto: confermando l'impostura! Ne seguì che mi fu fatto dimenticare subito i fatti, mia nonna fu messa dentro una casa di riposo dove morì nel 1979.
 Mia sorella Alessandra fu uccisa neonata; non fu sostituita subito con Esemia, ma con una bambina della Campania; era molto legata a me ed anche io le volevo molto bene; pare che questa bambina che credevo mia sorella Alessandra, non volesse colpirmi, ed allora fu mandata in un'altra famiglia, e così fu sostituita con Esemia. Ricordo, ho ricordato quando mia madre disse a questa bambina precedente Esemia, che sarebbe andata in un'altra famiglia e che sarebbe stata bene, ma lei invece aveva paura... potete immaginare, ed anche io soffrivo perchè ci avrebbero divise. E ancor prima che questa sostituzione avvenne, mi fu fatto dimenticare che questa bambina sarebbe stata mandata in un'altra famiglia, perciò, si osservi bene la tattica usata: se non ci fosse stato nella mia memoria nessun ricordo del trasferimento della bambina che io credevo mia sorella Alessandra, in un'altra famiglia, neanche avrei potuto ipotizzare una sostituzione!
L'organizzazione non sceglie a caso i soggetti che infiltra per le sostituzioni di persone, ma sceglie attentamente i tratti somiglianti del viso del casato; dove occorre è attenta anche al gruppo sanguigno per avvalorare il gruppo familiare; inoltre, cosa di non poco conto, la pratica di somministrare droghe e dei condizionamenti notturni per far dimenticare, per non far pensare più al fatto.
Col maxiprocesso riemerse che da piccolina, intorno ai tre anni, mentre eravamo in viaggio con la famiglia, a Bologna, io fui rapita da una coppia di orientali; questi mi portarono con un furgone al Camping Fabulous a Roma dicendomi che la sera sarebbe venuto mio padre a prendermi, ma quella sera invece mio padre non venne, e poi passarono i giorni e poi gli anni; sentii, capii che per me era finita; mi tenevano in una casetta del camping che ancora esiste. Poi un giorno finalmente mio padre mi trovò, e mi riportò a casa.
Quando fui rapita ed anche io sostituita, mio padre e mia nonna avevano obiettato a mia madre che "la bambina era diversa, che quella bambina non ero io!" Ma la risposta di mia madre a mio padre era: "Tu sei sempre fuori al lavoro, e non guardi bene le bambine!" Mia nonna era ipovedente, per cui era facile zittirla, ma mio padre non si bevve la risposta di mia madre, e mi cercò fino a trovarmi.
Nel periodo in cui fui tenuta rapita dalla coppia suddetta, al mio posto misero Esemia, che, affidata a chi di dovere quando io fui riportata in famiglia, rientrerà anni più avanti.
Al maxiprocesso riemerse ancora, che quando avevo 7 anni fu scoperto che ero, sono, malata fisicamente: mi fu diagnosticata l'ipertensione polmonare e ancor più grave, una patologia all'aorta, ed il medico disse ai miei, che sarei morta intorno ai dieci anni, ma il Signore ha deciso diversamente, e sono ancora in vita. Quando mi furono diagnosticate queste patologie, un giorno venne a casa il cugino di mia madre, mio zio Dante Damigelli; si mise a parlare con mia madre, ed io ascoltai quello che si dissero: mio zio Dante disse a mia madre che non si doveva sapere che ero malata, perchè alcune etnie si sarebbero rifiutate di farmi quello che dovevano farmi; mi spiego: i clan di sacra corona di alcune etnie si sarebbero rifiutati di colpire una persona ammalata,  si riferiva in particolare ai clan della Turchia. Tutto questo e peggio di questo, avveniva in casa, alle spalle di mio padre che era sempre fuori al lavoro. Mio padre mi fece sottoporre alle cure del caso che erano molto invasive e mi provocavano sofferenza, poichè, come chi sa, avendo avuto la stessa patologia, mi venivano praticate delle cure con catetere nell'inguine e farmaci nel naso; soffocavo a ripetizione per tutta la durata delle cure, ogni volta. Papà si consultò col medico chiedendo se questa sofferenza servisse, però, a farmi migliorare, questa era la cosa importante, ma il medico gli rispose che non c'erano miglioramenti e che la prognosi di vita era la stessa, allora mio padre decise, lo sentii dire al medico, di lasciarmi vivere serenamente in famiglia questo poco tempo che mi rimaneva. Poi mia madre fu informata che esisteva un intervento con cateterismo che avrebbe dovuto migliorare la mia condizione cardiaca, intervento che mia madre non mi fece fare, aggiungendo che mio padre, di questo intervento, non avrebbe dovuto sapere niente. Come tutto, ogni volta, subito, mi è stato fatto dimenticare.
Durante il maxiprocesso, alcuni soggetti tentarono di farmi apparire, dichiarare come una persona fragile mentalmente, ma la realtà che emerse, e che il Giudice Borsellino gli ributtò davanti, era che ero malata fisicamente, e questo continuavano in ogni modo ad occultarlo e a non farlo comparire per loro convenienza, e questo fino all'assurdo impensabile: fu smascherato che possibilmente proprio durante il periodo del maxiprocesso, fui condotta in stato di incoscienza, perciò drogata, di notte, in qualche ambulatorio in zona Mostacciano, per farmi l'intervento via catetere all'aorta, quello che avrei dovuto fare da bambina, non per premura di curarmi, ma perchè altrimenti non avrei retto fisicamente, alle torture a cui avrebbero voluto sottopormi. In seguito a questo fatto smascherato, mio padre mi condusse in auto a Mostacciano; girammo e rigirammo per strade e stradine della zona, nel tentativo di farmi ricordare qualche traccia di questo luogo, ma io non ricordavo niente. Inoltre fu smascherato, che altre volte, ancora di notte, e ancora drogata, mi avevano condotto in determinati siti per farmi riprendere da investigatori collusi con l'organizzazione, in modo di poter dire che io fossi loro complice, o un soggetto pericoloso, o inscenando che io gli assegnassi le mie proprietà; in questo caso fu smascherato che usavano le luci come in un set cinematografico, per far intendere che fosse giorno, dal notaio o altrove; fu accertato che la persona che apponeva la firma, però, non ero io, e che per tale ragione questa persona veniva inquadrata di tre quarti, da dietro, e possibilmente con cappello. Mi drogavano con il Penthotal che spossessa completamente la volontà della vittima, che però in questo stato non è in grado di firmare o di farlo scorrevolmente, e per questa ragione la firma delle assegnazioni delle mie proprietà, le faceva una loro complice. Io non ricordo niente di questi spostamenti notturni. So che il Giudice Borsellino dichiarò che questi somministravano la droga, come fosse aranciata! Vi furono indagini su altre vittime di simili crimini e su tutti i farmaci e le droghe che l'organizzazione somministra alle vittime; svariati farmaci li ho riconosciuti in un sito che elenca molti farmaci in grado di annullare la persona e alterarne le funzioni normali di alcuni organi. Appena mi sarà possibile, ve li comunicherò.
Il Giudice Borsellino voleva che io testimoniassi in mia persona al processo, ma gli avvocati di questi trovavano sempre scuse, per non farmi comparire. Inoltre fu smascherato che mettevano in atto processi dove mi facevano passare per una persona fragile psichicamente, che volontariamente aveva delegato a svariati soggetti dell'organizzazione mafiosa di mamma rosa-la sacra corona, ad esempio Vera Girone, di gestire e distribuire come ritenevano giusto, le mie proprietà; c'è stato un periodo del maxiprocesso in cui venivano smascherate da tutte le parti, persone dell'organizzazione che si facevano passare per me; almeno una volta si presentò ad una loro udienza, un'altra in mia persona, e addirittura arrivarono, per mano e/o per conto di Daniela Damigelli, a porre mie firme false, ed in ogni modo, senza mai farmi comparire, poter fare le mie dichiarazioni e testimoniare personalmente; tutto questo avveniva dietro le spalle del Giudice Borsellino e del maxiprocesso e ogni volta ne smascheravano; questi ed altri, come ad esempio i processi eseguiti per farsi dichiarare innocenti, furono, come ho già scritto precedentemente, quelli che il Giudice Borsellino dichiarò "Processi fatti così tra di loro, senza portare in aula tutte le prove, solo per produrre carte: processi antistato!"
Al maxiprocesso fu evidente che ero tutt'altro che una persona psichicamente fragile, labile, autistica, schizofrenica, psicopatica, dal carattere da contenere, o tutti i tentativi di patologie psichiatriche che cercavano di affibbiarmi; il Giudice Borsellino pertanto ribattè loro "Che mi ritenevano pericolosa, certo! Pericolosa per loro, perchè li ho rifiutati dal principio e perchè gli avrei detto in faccia come stavano le cose!" Ricordate? Anche col Giudice Falcone, tempo prima, avevano tentato la via psichiatrica.
Fu smascherato il legame stretto, fondamentale, criminale dell'organizzazione, con psichiatri collusi infiltrati, per mantenere la struttura dell'organizzazione: festini (pratica di sesso)-vittima-patrimoni. Questo solidalizio fu saldato da mio zio Dante Damigelli ed il dott. Pietro, medico psichiatra, a cui furono assegnate proprieta. Crudelmente, questi, diagnosticava infermità mentali alle vittime di mamma rosa-la sacra corona; il Giudice Borsellino condannò il dott. Pietro all'ergastolo con regime di carcere duro per l'associazione mafiosa e la crudeltà. Possibilmente, da accertare agli atti del maxiprocesso, il dott. Pietro usò poi in sua difesa, che era lui l'infermo di mente!
L'azione giudiziaria per la collusione mafiosa di alcuni psichiatri di sacra corona, era già stata intrapresa dal Giudice Falcone; ripresa e completata dal Giudice Borsellino.
Ogni soggetto di rilievo, capigruppo di gruppi di tortura, adescatore, ha un suo psichiatra di riferimento ed al suo servizio, pronto ad intervenire per fare ostruzionismo alla vittima chiedente aiuto e liberazione dai tormenti delle torture con le radio, dalle sevizie psico-fisiche dell'adescatore e di familiari collusi che le perpetrano il quadrato intorno, proprio come su un ring, per mantenerla assoggettata, screditata, indebolita da psicofarmaci, costringerla al silenzio con la paura dell'interdizione, diagnosticandone patologie psichiatriche; il fine dell'organizzazione è far decidere la vittima ad accettare volontariamente di assoggettarsi all'organizzazione di mamma rosa-la sacra corona, di accettare di farsi abusare con le radio e quant'altro, ed in caso di patrimoni, di cederne la gestione all'organizzazione, ciò proprio nello stile e nel motto basilare dell'organizzazione di mamma rosa-la sacra corona che già vi descrissi: INOX SIAM: "la faccia dura!" La pretesa di imporre i metodi duri: "Io mi metto a casa tua e tu stai sotto e sorridi!"
Tali psichiatri, in realtà infiltrati di mafia nelle istituzioni mediche, hanno nel loro organico, psicologi ed assistenti, anche in qualità di far uscire dagli ambulatori apparecchi per trattamenti psichiatrici e portarli sui siti dei gruppi di tortura, per questa ragione, il Giudice Borsellino dichiarò fermamente che "tali strumenti non devono proprio uscire dagli ambulatori!"
Psichiatri, psicologi, assistenti infiltrati di mamma rosa-la sacra corona, come tutti gli altri mafiosi di questa organizzazione, sono tutti imparentati con gli altri affiliati. Soprattutto di notte, psicologi vanno in trasferta sui siti dei gruppi di tortura, per essere di supporto, consiglio, intervento, ai danni della vittima torturata con le radio, tutto ciò "giustificato" con varie fasulle motivazioni, di essere di notte in questi siti.
Sia il Giudice Falcone che il Giudice Borsellino scoprirono vari casi di vittime agganciate, tormentate, torturate con le radio, che non riuscivano ad entrare in possesso di beni di loro proprietà: le salvarono, alcune messe sotto tutela, e quasi tutte, in questi anni sono state uccise; allo stesso modo, sono stati uccisi molti testimoni a conoscenza dell'esistenza dell'organizzazione mafiosa di mamma rosa-la sacra corona e di quali siano i suoi metodi criminali, ed anche a conoscenza di che cosa si sia occupato il maxiprocesso; ho preso appunti di tutti i casi di questi omicidi, che sono veramente molti e stanno passando per crimini occasionali; di alcuni di questi casi di omicidi, avevo informato la Procura di Roma, per mezzo delle mie querele che sono state archiviate.
Emerse che dietro la Golden Down ci stavano i miei cugini Rossetti, figli della sorella di mia madre; questi avevano messo su una scuola di indottrinamento di tutte le simbologie di mamma rosa-la sacra corona; molti di questi indottrinamenti passavano in programmi televisivi su alcuni canali; ho potuto rivedere gli stessi programmi di indottrinamento, da quando alloggiavo al residence di via Pieve di Cadore, 21, man mano sempre con ricordi più limpidi.
Oltre gli indottrinamenti, fu scoperto che tramite le programmazioni e gli spot di alcuni canali televisivi, passavano messaggi dell'organizzazione; a seconda del canale, i messaggi erano indicazioni sui gruppi di tortura operativi sulla vittima e sui relativi orari di tali torture, sugli avvenimenti della vittima, sui festini, sui personaggi dei festini, su quello o quell'altro soggetto di rilievo dell'organizzazione o in legame con altro soggetto di rilievo, sui morti ammazzati, sulle messe in scena di tipo giuridico legale operate dietro le spalle della vittima o con la stessa drogata, ecc. Alcuni canali si riferivano anche a me, e le programmazioni avvisavano con circa due/quattro ore di anticipo, quali gruppi dovevano farmi "quadrato intorno" ed il tipo di tortura da infliggermi; un altro canale informava dei fatti che mi riguardavano, già trascorsi. Fu smascherato che, prima di decidere le programmazioni, gli addetti si consultavano telefonicamente con i soggetti di rilievo. A causa dello smascherato passaggio dei messaggi di mamma rosa-la sacra corona su diversi canali televisivi, alcuni furono sospesi; oggi vi sono nuovamente, ma già vi erano negli anni 80. Mio padre li fece installare e mi furono suggeriti i programmi da guardare per impararne i messaggi ed i simboli, altri li vidi in altra sede con l'investigatore Malle e mio padre. Da quando sto ricordando, sto costatando che i messaggi ed i simboli passano nuovamente, ed anche ed ancora sulla mia persona, compresa la mia morte a breve: uno spot mostra una famiglia che canta "Sarà perchè rottamo": questo significa che dopo la fine delle assegnazioni delle mie proprietà agli affiliati dell'organizzazione, io potrei essere uccisa.
Basandomi sui messaggi televisivi che passano nuovamente e che oggi riesco a decifrare avendo riacquistato la memoria, è possibile che quanto avevano messo in atto negli anni 80, e smascherato col maxiprocesso, si stia compiendo nuovamente; mi riferisco ai processi senza farmi comparire e poter testimoniare personalmente, o addirittura con uno o più soggetti dell'organizzazione che si spacciavano per me, pertanto: se da qualche parte, in qualche Procura si stanno o si sono svolti processi simili in riferimento alla mia persona e alle mie proprietà, vi avviso che si tratta di messe in scena; non ho mai ricevuto nessun avviso di comparizione in Tribunale, nessun giudice mi ha fatto restituire nessuna proprietà, nessun giudice ma ha difesa dalle torture con le radio dell'organizzazione mafiosa di mamma rosa-la sacra corona, non ho mai testimoniato in alcun Tribunale, a nessuna udienza esprimendo la volontà di delegare alcuno a gestire le mie proprietà dell'eredità di Virginia de Sanctis e di Maria Mennillo, non sono mai stata interdetta da nessuno per disturbi psichiatrici e non percepisco nessuna pensione per invalidità psichica, nè Luca Pieloni, nè chicchessia è il mio tutore: io sono ancora nello stesso isolamento, e le mie proprietà sono ancora in mano all'organizzazione mafiosa di mamma rosa-la sacra corona.
Fu smascherata la tattica della SPECCHIATURA; nella sacra corona si usa la tattica della specchiatura, a favore o contro un soggetto, sia per coprire ad esempio, un colluso dell'organizzazione smascherato a commettere crimini, sia alle spalle della vittima, per farla apparire in comportamenti compromettenti per lei, a favore dell'organizzazione mafiosa. Ogni soggetto dell'organizzazione, in particolare i soggetti di rilievo, nei loro spostamenti in siti di festini o di torture, hanno un soggetto che gli fa da specchiatura, che si aggira nei paraggi del sito, per essere pronto a coprirlo, a "specchiarlo" per poter dire:"Ero io in quel luogo per il tale impegno", escludendo così il soggetto di rilievo dell'organizzazione dalle accuse; allo stesso modo, alla vittima nel "quadrato di mamma rosa-la sacra corona" vengono affiancate diverse specchiature per le ragioni criminali suddette; la specchiatura può avere fine di sostituire la vittima, oppure può essere usata anche in altri modi, faccio un esempio: se la vittima è in casa, possono specchiarla in strada nelle vicinanze del portone di casa, con un comportamento compromettente, da svitata di cervello o favoreggiatrice dell'organizzazione; non necessariamente nella specchiatura useranno apertamente il nome della vittima o agiranno in persona della vittima, ma, attenzione: poichè si sa che la vittima è in casa, grazie al quadrato intorno alla vittima, si risaprà che il soggetto che si è comportato in modo compromettente, è la vittima che è scesa in strada! Oppure, la specchiatura si può applicare in modo contrario: la vittima vive, soggiorna in un luogo dove non è conosciuta bene da tutti; quando uscirà da questo luogo, o possibilmente, anche con lei sul posto, il soggetto specchiatura si farà notare nelle vicinanze del sito della vittima in atteggiamento colluso con l'organizzazione o fuori di testa; in questo caso, sempre per mezzo del quadrato intorno alla vittima, la stessa verrà identificata come l'altro soggetto: la specchiatura, ossia una collusa dell'organizzazione o una che non ci sta con la testa; questo serve per far rimanere nell'isolamento la vittima. Nel mio caso, grazie al maxiprocesso, fu scoperto che ogni soggetto di rilievo aveva una mia specchiatura personale al proprio servizio.
Riemerse che sin da bambina, l'organizzazione mi aveva attribuito il ruolo di Costantine, per cui avrei dovuto vivere in uno stato infernale e finirvi definitivamente. Fu appurato che neanche il nome che mi è stato dato alla nascita: Ornella, è casuale: Ornella è il frassino dell'antica cultura nordica che "deve provvedere a tutti", ma strumentalizzato in modo pervertito dalla sacra corona.
Fu smascherato che l'organizzazione mafiosa di mamma rosa- la sacra corona ha una impronta satanica: fanno raduni periodici di questo tipo, alcuni determinati personaggi dell'organizzazione si identificano con Satana, Lucifero, sacerdotesse ed altri personaggi demoniaci.
Per i dettagli sull'identita di Lucifero nell'organizzazione mafiosa di mamma rosa-la sacra corona, accertare negli atti e nelle indagini del maxiprocesso; vi furono vari tentativi di depistaggi per alleggerire le responsabilità e addirittura far sembrare il tutto, una burla tra amici.
 Non ricordo di preciso, se il Giudice Borsellino, col maxiprocesso potè definire se questi personaggi dell'organizzazione che si identificavano con personaggi diabolici lo facessero per fare la parte, o se ci fosse il dato di fatto, so che quando andarono ad arrestare "Lucifero" in America, la posizione del Giudice Borsellino e degli inquirenti collaboranti fu chiara: non si sapeva se questi fosse Lucifero realmente, ma in quanto mafioso si andava ad arrestarlo.
 Nel corso del maxiprocesso emerse più di un soggetto identificato con ruolo di Lucifero nell'organizzazione, forse per depistare; uno di questi si chiamava Baeley, ed emerse poi, un altro soggetto al posto di questi, forse per la solita tattica della specchiatura; non ricordo come andò a finire, inoltre, il soggetto potrebbe non essere americano, ma norvegese, o norvegese ma residente in America; anche il nome Baeley non ricordo al momento se sia il cognome comune dei due, o solo del soggetto che emerse; mi dispiace, al momento non ho ricordi completi in merito, ma ci sono gli atti del maxiprocesso. Prima di questi era emerso un certo Turman, ma almeno per quel momento fu escluso. Emerse successivamente un uomo, possibilmente italo/turco che mi sono trovata "fatalmente" accanto in piedi, mentre ero seduta sul bus, alcune settimane fa, e non si è spostato da lì per tutto il viaggio; leggeva un libro sul medio evo (simbologia associata a Costantine); lo stesso giorno e nei giorni successivi, sugli autobus su cui sono salita ho incontrato e riconosciuto i soggetti uomini e donne facenti parte del suo gruppo: casualità?! Verso la fine del maxiprocesso, il Giudice Borsellino ne scoprì un altro, possibilmente ebreo; questi potrebbe essere già emerso nelle precedenti indagini sull'organizzazione, e già mia nonna Annunziata Siviero lo aveva menzionato negli anni 70 nello stesso ruolo. Voglio chiarire bene che non intendo attribuire ad una questione di religione, il fatto che siano emersi durante il maxiprocesso in ruoli satanici, questi o altri che erano di una religione o di un'altra!
Fu appurato che nell'organizzazione sono tutti imparentati, persino tra gli affiliati di uno Stato e l'altro, in una catena di S.Antonio anche parentale infinita, cosa di rilevante importanza nella mafia; inoltre, i soggetti di rilievo generano figli che vengono distribuiti a famiglie di sacra corona nel mondo; allo stesso modo, affiliati dell'organizzazione chiedono di avere figli da soggetti di rilievo, per prestigio; ciò avviene anche con inseminazioni e con donne dell'organizzazione che hanno il ruolo di portare queste gravidanze; oltre a ciò, fu smascherato l'orrore di bambini che vengono fatti nascere solo per essere torturati e uccisi nei festini; ricordo affermare di bambini filippini, ma possibilmente, anche di altre nazionalità, che per articolati percorsi, fanno arrivare in Europa.
Fu smascherata la potente azione di prelazione sulle proprietà e sui festini, dei quartieri Torrino, Mostacciano, la zona del Fabulous, tra figli, pupilli.... di Matteo Messina Denaro, e la figlia di Berlusconi; una parte del Torrino era di Messina Denaro e l'altra di Berlusconi, ed era assegnata anche la zona del Fabulous; fu scoperto che Teresa ed Esemia (le false mie sorelle Luciana ed Alessandra), erano legate in servigi a Matteo Messina Denaro, ognuna per un determinato settore (i ragazzini per i festini e altre faccende). Teresa aveva anche assegnato ad una figlia e/o nipote... di Riina, zone e proprietà in Sicilia. Seppi da mio padre che il Giudice Borsellino definì con fermezza: "E' mafia: controllo e spartizione di territori e di proprietà!"; Come ho già scritto, affiliati ed avvocati, con tutte le astuzie, cercavano di negare la mafiosità di mamma rosa-la sacra corona.
Fu smascherato che Matteo Messina Denaro era rifugiato a Roma al quartiere Torrino, con un circolo di persone intorno che gli garantivano sussistenza e protezione, ma non riuscivano ad arrestarlo, infine lo arrestarono, possibilmente in Molise; condannato all'ergastolo, cercò pure lui di farsi dare l'infermità mentale, perciò, quanto si afferma che sia latitante da 40 anni, non è vero; al momento non ricordo bene come anche questi uscì dal carcere.
Il Giudice Borsellino dichiarò che la pena per gli affiliati all'organizzazione mafiosa di mamma rosa-la sacra corona "è l'ergastolo, perchè tutti commettono gli stessi crimini, orrendi crimini!"
Fu condannato all'ergastolo dal Giudice Borsellino, anche Luca Pieloni.
I fratelli Rossetti furono carcerati tutti.
Teresa fu condannata a 25 anni di carcere ed Esemia all'ergastolo: "Due mafiose come gli altri, ma che tenevano le mani sul potere economico", parole del Giudice Borsellino che mi furono riferite da mio padre. Fu sentenziato che l'eredità delle mie due vere sorelle Luciana ed Alessandra è tutta mia; Esemia non fu riconosciuta erede, in quanto elemento di tutto un altro contesto familiare.
Il Giudice Borsellino impose le foto segnaletiche a tutti, anche ai giudici collusi con l'organizzazione, e per quei giudici che, non intendevano farsele fare, persino fuggendo, spiccò i mandati di cattura. Alcuni dei giudici smascherati, uno dopo l'altro risultavano infermi di mente...
In conclusione del maxiprocesso, so che il Giudice Borsellino pronunciò le seguenti parole che mio padre mi riferì: "...Vi sono inoltre altri soggetti, quale prolungamento della sacra corona".
Perchè è stato chiamato maxiprocesso? Non solo perchè il Giudice Falcone fece costruire la grande aula di Palermo, dopo l'affermazione che già vi esposi: "Se credono che io mi fermi perchè stanno venendo fuori a tutto spiano, si sbagliano: io li metto tutti insieme dietro le sbarre", e così fece, ma perchè le indagini e gli arresti si allargarono ed avvennero in varie parti d'Italia e del mondo; gli arresti, le detenzioni ed i processi, per lo stesso maxiprocesso non avvennero solo a Palermo, ma anche in altre città ed in altre Procure; ricordo che sia il Giudice Falcone che il Giudice Borsellino andarono in altre città per fare interrogatori ed essere presenti a queste udienze; questo potrebbe essere stato usato successivamente come depistaggio, ossia: poichè molti soggetti arrestati per il coinvolgimento con l'organizzazione mafiosa di mamma rosa-la sacra corona furono arrestati e detenuti in altre città, in altre carceri, processati in altri Tribunali, potrebbero aver fatto comparire che si trattò di altri procedimenti, e non del maxiprocesso per la mafia di mamma rosa-la sacra corona.
Ho riflettuto sulle parole che abbiamo ascoltato più volte: trattativa tra Stato e mafia; questa definizione mi rattrista; basandomi sulle parole dei Giudici Falcone e Borsellino: "Chi accetta regali dalla mafia, è mafioso pure lui", sarebbe come dire che pure lo Stato è mafioso, in quanto ha trattato con la mafia, ma sappiamo bene che lo Stato sono tutti i Cittadini, dal più piccolo al più grande, ed io non ho trattato con la mafia, come neanche voi che leggete avete trattato con la mafia; in merito mi ritorna alla mente, quanto il Giudice Chinnici insegnò a mio padre: "Esistono tre poteri: lo Stato, quale POTERE LEGALE, la criminalità occasionale e la mafia"; il Giudice Chinnici parlava di infiltrazioni dell'organizzazione di mamma rosa-la sacra corona; in trent'anni, dalla fine del maxiprocesso, tutti quelli che erano stati processati, condannati dal Giudice Borsellino per associazione mafiosa di mamma rosa-la sacra corona, quelli che erano spariti dalla circolazione, si sono ripiazzati nei posti istituzionali, nelle Procure, nella medicina, nello spettacolo, nel giornalismo,  nelle Parrocchie, nelle opere di carità, tra coloro che operano nel monitoraggio di vittime dell'organizzazione e persino tra le stesse vittime e dovunque gli è stato possibile, e la verità e la totalità dei nomi degli imputati del maxiprocesso continuano ad essere occultati. Si lascia emergere soltanto la prima parte del maxiprocesso, quello con la Giuria Popolare, facendolo passare per tutto il maxiprocesso, ma questo è una menzogna.
Ma questa mia riflessione, vuole avere un esito positivo per me e per voi: se anche in molti fossero riusciti ad infiltrarsi nei siti dove possono praticare ostruzionismo e controllo, il maxiprocesso c'è già stato, ciò è un dato di fatto, e da quel giorno non si può dire più di non sapere! Il Giudice Falcone ed il Giudice Borsellino ci hanno dato la prova che per molti che siano questi infiltrati, sono soggetti identificati, con nome e cognome e non lo Stato, perciò questo non ci ripiega su noi stessi.
Si faccia riemergere il maxiprocesso: è un atto pubblico!
Grazie per l'attenzione.